di Gabriele Antonacci – da “L’Italia, l’Uomo, l’Ambiente” n° 3, Anno VIII, Marzo 2021
Lago di Peretola, Fenicotteri rosa, Phoenicopterus roseus (2020) |
I DATI CONTENUTI NELL’ARTICOLO SONO RIFERITI AL 2021
Firenze ha vissuto fin dalle sue origini un profondo rapporto con la sua pianura, area oggi gravemente danneggiata e aggredita. La piana nasconde straordinari tesori naturali e storici, alcuni dei quali sono oggetto dell’articolo. L’area è stata oggetto di vari piani e progetti di tutela ambientale non del tutto realizzati che richiedono per il loro completamento una mobilitazione civile. È possibile individuare un grande progetto di valorizzazione con benefici in termini economici, di salute pubblica e ambientali che può portare l’Area Metropolitana Fiorentina ad essere una Green Town esemplare.
Il bacino costituito da Arno, Greve e Vingone sulla riva sinistra, Mensola, Mugnone, Bisenzio e Ombrone sulla destra, con tutti i loro affluenti, forma un sistema ambientale, storico e paesaggistico unico, ricco di riserve naturali, zone umide e paesaggi fluviali. L’ecosistema è caratterizzato da ben 156 specie di avifauna nidificante e/o svernante insieme a numerose specie di piante, pesci, invertebrati, anfibi, rettili, mammiferi; gli uccelli migratori, come ad esempio i fenicotteri rosa nel Lago di Peretola, qui trovano punti importanti di sosta. L’ambiente è stato modellato dall’uomo nei secoli, con un disegno che risale al periodo etrusco e romano: quando Giulio Cesare stabilì la colonia di Florentia nel 59 a.C. il territorio a ovest della città di 150 kmq venne suddiviso in 300 centurie di 700 m di lato, ciascuna delle quali frazionata in quattro parti uguali. Tutta la pianura era attraversata da strade e fossi, che disegnavano i perimetri delle centurie e costituivano un esemplare sistema di bonifica e di logistica agraria. Molti dei centri urbani attuali disseminati nella campagna hanno origine dalle fattorie degli agricoltori romani.
Cercherò di presentare una sintesi di alcuni aspetti della Piana Fiorentina, senza pretendere di essere esaustivo, considerando un’analisi delle tre aree principali.
1) il “Parco Agricolo della Piana”, con una superficie di circa 7000 ettari;
2) la ZCS (Zona Speciale di Conservazione) “Stagni della Piana Fiorentina e Pratese”, con una superficie complessiva di 1902 ettari, in gran parte all’interno del Parco Agricolo della Piana.
3) Il “Parco Agricolo Perifluviale in riva sinistra d’Arno” nei comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa.
Zona speciale di conservazione IT5140011 “Stagni della Piana Fiorentina e Pratese”: estratto planimetria da sito Ministero dell’Ambiente, con apposizione denominazione di alcune località.
1) IL PARCO AGRICOLO DELLA PIANA è ben definito dalla “Deliberazione 16 luglio 2014, n. 61 del Consiglio Regionale della Toscana” (1).
La delibera considera caratteristiche e obiettivi del piano, tra cui evidenzio:
- 1. promozione delle attività agricole e di forestazione legate alle esigenze di mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione del Parco;
- 2. interventi di piantumazione per ridurre l’inquinamento atmosferico, migliorare la fruibilità dei percorsi che collegano le aree urbane al parco, qualificare il disegno del Parco stesso;
- 3. investimenti per le aree umide e per la rete ecologica;
- 4. interventi per una migliore fruizione del sito archeologico di Gonfienti;
- 5. azioni di risanamento e miglioramento della qualità dell’aria, volte a ridurre le emissioni inquinanti;
- 6. azioni per la promozione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica;
- 7. interventi di miglioramento della mobilità collettiva
Numerose idee e progetti sono definiti dalla delibera, riguardanti aree comprese tra i comuni di Firenze, Prato, Campi Bisenzio, Signa, Calenzano, Sesto Fiorentino, Poggio a Caiano e Montemurlo. Come esempio vorrei evidenziare cosa è stato previsto per la piantumazione di nuovi alberi e a che punto siamo.
Il progetto del 2014 ipotizzava una superficie da imboschimento pari a 150 ettari, con 1100 alberi per ettaro, per un totale quindi di 165.000 piante. Tale intervento, oltre tutti i vantaggi naturalistici e paesaggistici introdotti, avrebbe comportato un immagazzinamento di 3615 t/anno di emissioni di CO2 dopo 20 anni dall’inizio dell’intervento. Alla fine del 2015 il parametro è stato portato a 1660 piante per ettaro, per un totale di circa 250.000 piante (2) con conseguente aumento di capacità di assorbimento di CO2, vitale intervento in una zona interessata da aeroporto e autostrada.
Ho chiesto alla Regione Toscana alcuni dati e informazioni relativamente allo sviluppo del progetto, che sono stati forniti con precisione e tempestività. E’ stato constatato che solo il 60% delle particelle catastali messe a disposizione dei comuni poteva essere utilizzato: il resto era già impegnato in infrastrutture o non era adatto all’operazione. Gli 88 ettari rimasti (dei 150 identificati inizialmente) comprendevano 43 ettari di “parco pubblico”: zone diffuse nel territorio, già condizionate da arredi urbani e piste ciclabili, dove era possibile solo infittire l’alberato esistente.
A queste superfici sono stati aggiunti altri 19 ettari in casse di espansione, che per la loro stessa finalità possono contenere solo un numero limitato di piante. Alla fine del 2021 sono previste a dimora circa 11.300 piante, contro le 250.000 previste alla fine del 2015 (vedi anche la tabella con riepilogo dei dati).
La Regione Toscana ha anche attivato un bando – di ben 7 milioni di euro – per finanziare imboschimenti nelle aree agricole e non agricole delle aree periurbane: ma non risultano risposte significative, per attese di valorizzazione economica dei terreni assolutamente separate da obiettivi ambientali.
La Piana non è solo natura, ma come in tutto il territorio nazionale beni ambientali e culturali sono indissolubilmente legati. Inizio con i primi due tesori. A nord del Parco nella zona di Gonfienti si trovano i resti di una grande città etrusca, di estensione pari a circa 17 ettari. Gli scavi fatti fino ad oggi hanno portato alla luce straordinari ritrovamenti: una Domus di grandi dimensioni (1460 mq!), ceramiche attiche, buccheri di pregevole fattura.
In posizione baricentrica al Parco Agricolo si colloca la Rocca Strozzi di Campi Bisenzio, costruita nel 1363 dagli Strozzi sulla riva destra del fiume Bisenzio per proteggere il centro abitato. Ristrutturata, può avere ottime funzioni di museo e di punto di riferimento; attualmente è stata dedicata a esposizione dei ritrovamenti di Gonfienti, anche se, a gennaio 2021 quando ho fatto il sopralluogo, mancava di indicazioni.
La rocca Strozzi a Campi Bisenzio (2021)
2) LA ZCS IT5140011 “STAGNI DELLA PIANA FIORENTINA E PRATESE”, ha una superficie complessiva di 1902 ettari, in gran parte all’interno del Parco Agricolo della Piana. Comprende alcuni siti separati sul territorio ma di grande rilievo di cui fornisco qualche minimo cenno.
- L’ Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) “Cascine di Tavola” (Comune di Prato, Comune di Poggio a Caiano) è una riserva storica, straordinaria, nata dalla volontà Medicea e comprendente un esempio del bosco planiziale, un tempo esteso da Firenze a Pistoia. Prossima alla Villa Medicea di Poggio a Caiano, occupa una superficie di circa 300 ettari (per confronto le Cascine a Firenze hanno una superficie pari a 160 ettari). Nel parco si alternano zone naturalistiche a edifici e canali di origine medicea. Meraviglia architettonica la Fattoria Medicea, oggi chiusa e in rovina, su cui ci sono progetti di recupero.
- L’ANPIL “Stagni di Focognano” (Comune di Campi Bisenzio) corrisponde all’Oasi WWF omonima, con una superficie di 65 ettari costituita da 5 bacini lacustri, che rappresentano uno snodo importantissimo per le “vie d’acqua” seguite dagli uccelli. È un luogo che è stato progettato e costruito per rappresentare l’antico paesaggio della piana fiorentina. Le specie presenti sono innumerevoli: aironi, cicogne, pellicani, cormorani solo per dirne alcuni.
- L’ANPIL “Podere la Querciola” (Comune di Sesto Fiorentino), si estende per circa 50 ettari; al suo interno è compresa una zona umida di circa 11 ettari (precedentemente dedicata ad attività venatorie) e due stagni, recentemente realizzati, di complessivi 7 ettari.
- Il “Lago di Peretola” è costituito da un bacino lacustre e da un prato umido con una superficie complessiva di 11 ettari, situato accanto all’aeroporto. Il luogo è divenuto celebre per la presenza dei fenicotteri rosa tra dicembre e marzo. Nella zona umida sono presenti vari tipi di anfibi.
- L’area WWF “Val di Rose”, di proprietà dell’Università di Firenze,ha una superficie di circa 18 ettari, di cui 6 di laghetti. È importante per gli anfibi.
- I “Renai di Signa”, prossimi alla confluenza del Bisenzio in Arno, sono un territorio a verde attrezzato di carattere ricreativo, con una superficie complessiva di 270 ettari, ricavata in una zona oggetto negli anni 50 e 60 di attività estrattive di sabbie e ghiaie. Nel sito è presente una zona naturalistica, il “Lago Casanuova”.
- L’Area Naturale Protetta “La Querciola” di Quarrata, con una estensione di 118 ettari, abbina campi di piccole dimensioni a zone umide di interesse naturalistico, con un articolato sistema di fossi e stagni.
- Esistono nella ZCS anche laghi dedicati all’attività venatoria nei periodi di apertura alla caccia. L’area è molto vasta, 200 ettari allagati secondo dati Federcaccia Prato 2019 (5): valore in termini di superficie allagata senz’altro uguale o superiore a quelli protetti. Secondo l’associazione dei cacciatori, che garantisce il mantenimento e lo sviluppo di questo sistema, a fronte di tre mesi di prelievo venatorio si rendono disponibili ben nove mesi di protezione e tutela della fauna. Di fatto queste aree divengono una “trappola ecologica”, in quanto le specie migratorie vengono attratte dalle zone allagate apparentemente favorevoli, ma poi oggetto di periodi caccia con le relative conseguenze.
Oasi WWF Laghi Focognano, Cavalieri d’Italia Himantopus himantopus, sullo sfondo Beccaccini Gallinago gallinago (2011)
Impatto della nuova pista dell’Aeroporto. La Relazione di Incidenza (3) descrive con precisione l’impatto della nuova pista dell’aeroporto sulla ZCS IT5140011. In estrema sintesi si prevede l’interramento del ‘Lago di Peretola’, dell’Oasi WWF Val di Rose e di zone palustri ricadenti all’interno della parte meridionale dell’ANPIL Podere la Querciola. Per compensare l’eliminazione di tali aree è prevista la realizzazione di ulteriori zone protette
– nuova zona umida ‘Il Piano’ (Comune di Signa) di 38,5 ettari;
– nuova zona ‘S. Croce’ (Comune di Sesto Fiorentino) di 18 ettari;
– nuova zona ‘Prataccio’ (Comune di Campi Bisenzio) di 19,2 ettari.
3) Il Parco Agricolo Perifluviale in riva sinistra d’Arno è un’ipotesi formulata da alcuni anni, nel cui ambito ricadono alcune realtà tra i comuni di Firenze, Scandicci e Lastra a Signa di notevole importanza naturale e storica.
- La foce della Greve in Arno: è una zona di grande bellezza, frequentata da cormorani, aironi, martin pescatori e altre specie di avifauna. È stata recentemente oggetto, per motivi di bonifica, di una vasta eliminazione della vegetazione presente che ne faceva una vera e propria oasi naturale. La zona è collegata al vasto Parco dell’Argingrosso, alla periferia di Firenze, anch’esso dotato di piccola oasi naturalistica in precarie condizioni.
- Il parco dell’acquedotto di Mantignano: accanto alla foce della Greve, è di assoluta importanza per il suo bosco di alcuni ettari, con piante di alto fusto assolutamente importanti e non frequenti nella piana fiorentina. Ad oggi non risulta accessibile.
- Il parco agricolo di Mantignano-Ugnano: è il territorio corrispondente agli antichi orti fiorentini, ha vocazione di territorio agricolo multifunzionale e, nonostante una serie di interventi edilizi e infrastrutturali che hanno interessato la zona, può essere ancora ben recuperata alla funzione originaria.
- La Badia a Settimo è il gioiello storico e artistico della piana fiorentina. La sua importanza è paragonabile alle basiliche del centro di Firenze, ma solo da pochi anni è stato intrapreso un percorso di recupero che ne potrà permettere una sua piena disponibilità.
- Il corridoio verde del Vingone èattestato, in prossimità della sua foce, sul Parco Fluviale “di là d’Arno” stupenda realtà finalizzata a scopi ricreativi.
- Il castello dell’Acciaiolo del 1300, è al centro di una vasta area verde ed è stato ampiamente recuperato dal Comune di Scandicci. È sede dell’Istituto Tecnico Superiore per il Made in Italy M.I.T.A.
La foce della Greve in Arno
UN TERRITORIO DA RICUCIRE, IL GRANDE CORRIDOIO VERDE: DALL’ACCIAIOLO A GONFIENTI, LA GREEN TOWN.
La piana è una grande occasione per la città metropolitana di Firenze, in quanto le sue risorse naturali e storiche possono diventare un importante elemento riunificante di un’area altrimenti condannata da uno sviluppo urbanistico, industriale e infrastrutturale non sempre ordinato.
Questo potrà avvenire a patto che si venga a determinare una vasta convinzione civile e politica sulla unitarietà del Grande Parco della Piana Fiorentina, troppo spesso vissuto e gestito in modo locale e frammentario, e si pianifichino e realizzino interventi, quali i seguenti.
- Ripartire esattamente le aree in zone di protezione totale (interdette al pubblico), parco naturale (dove si può entrare in determinati orari e sentieri, e accedere ad appostamenti ove ammirare le specie presenti), e aree finalizzate alla libera fruizione. Realizzare la delimitazione delle zone con elementi naturali quali corridoi alberati, fossi, boschi. Creare un sistema di cartellonistica che evidenzi bene le zone del parco con unico logo.
- Creare sentieri che permettano di percorrere tutto il territorio su piste in terra battuta, a piedi o bicicletta, evitando in modo assoluto la cementificazione delle vie ciclabili – adatta per le zone urbane ma non certo per i parchi – e valorizzando tutti i percorsi vicino ai corsi d’acqua.
- Ridurre progressivamente le aree destinate ad attività venatoria, da sostituire sia con zone di protezione totale sia con zone da finalizzare alla didattica, all’attività sportiva (non intrusiva) e all’osservazione fotografica: la passione per gli obiettivi e le reflex è una possibile alternativa per chi, appassionato di caccia, volesse realmente ripensare la sua passione verso la natura esprimendola con strumenti sostenibili (anche se, lo dico da “fotografo”, comunque intrusivi).
- Valorizzare le possibilità didattiche per i ragazzi dalle elementari alle superiori: aspetto ancora troppo trascurato, le aree hanno una potenzialità, ai fini dello sviluppo della mentalità scientifica ed ecologica dei ragazzi, ancora largamente inutilizzata.
- Valorizzare per la collettività i grandi beni storici presenti tra cui, insieme alla Villa Medicea di Poggio a Caiano, spiccano La Fattoria delle Cascine di Tavola, La Rocca Strozzi, la Badia a Settimo, il Castello dell’Acciaiolo e il Parco Archeologico di Gonfienti, privilegiando fini didattici, museali, culturali e scientifici.
- Realizzare un grande bosco, che sia veramente tale e finalizzato in termini biologici.
- Non realizzare opere infrastrutturali totalmente fuori luogo, quali un nuovo stadio, per le quali non credo siano nemmeno definibili interventi di mitigazione.
Quanto riassunto sono solo alcune cose che si possono fare: la delibera del 2014 della Regione Toscana è ricchissima di possibili realizzazioni, ciascuna delle quali meriterebbe un approfondimento. Cito solo una frase: “l’area presenta potenzialità fra le più rilevanti dell’intera regione per la captazione della radiazione solare secondo criteri di sostenibilità ambientali”. Tutto questo è fattibile, e creerebbe, oltre che riduzione di CO2, lavoro, cultura, bellezza e paesaggio nonché condizioni per un corretto sviluppo infrastrutturale altrimenti non sostenibile. In altre parole un investimento positivo in termini economici, di salute pubblica e ambientale, un motore che può portare l’Area Metropolitana Fiorentina ad essere una vera Green Town. La realizzazione del Grande Parco della Piana Fiorentina deve diventare una priorità politica per gli Amministratori della Toscana, da realizzare presto prima che si verifichino ulteriori irrimediabili danni.
Da cittadino e da convinto sostenitore dell’ambiente, non per motivi ideologici ma perché l’obiettivo ambientale è inderogabile per la sostenibilità del futuro nostro e dei nostri figli, rivolgo il mio appello a tutti gli Amministratori dell’Area Fiorentina perché questo diventi tema centrale e immediato dell’Azione Politica, perché, come tutti sappiamo e fermo restando tutto quanto necessario per superare l’emergenza COVID, la crisi ambientale per le sue future conseguenze è superiore e più grave della pandemia.
Firenze, 20 febbraio 2021 Articolo e foto di Gabriele Antonacci
gabriele.antonacci@gmail.com
Note bibliografiche & internet
- Deliberazione 16 luglio 2014, n. 61 del Consiglio Regionale della Toscana, “Approvazione dell’integrazione al piano di indirizzo territoriale (PIT) per la definizione del Parco agricolo della Piana e per la qualificazione dell’aeroporto di Firenze secondo le procedure previste dall’articolo 17 della legge regionale 3”
- https://www.toscana-notizie.it/-/parco-della-piana-250mila-alberi-per-ridurre-le-emissioni-di-co2
- Master Plan MASTER PLAN 2014 – 2029 AEROPORTO AMERIGO VESPUCCI FIRENZE – Studio di Impatto Ambientale – Relazione di Incidenza – Febbraio 2015 (fonte https://va.minambiente.it)
- Regione Toscana – Centro Ornitologico Toscano – Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella piana di Firenze-Prato-Pistoia 2010-2015 e check-list 1983-2017
- Federcaccia Prato “I laghi artificiali della nostra pianura – oltre 200 ettari di acqua gestita, un patrimonio naturalistico e umano da tutelare”